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Il 19 maggio 2008 nasce il Birrificio Lariano, caratterizzato dalla produzione di birra artigianale non filtrata, non pastorizzata e senza conservanti.
La prima birra è La Grigna, in stile Pils.
Oggi, il Birrificio Lariano produce diversi tipi di birra, di cui non vanno dimenticate le “birre in botte”, una nuova linea al gusto di frutto di bosco!

Birrificio Lariano è uno degli oltre 700 birrifici artigianali indipendenti nel mercato italiano. Dato che le ricerche di mercato dimostrano che i consumatori amano sapere riconoscere un vero birrificio artigianale indipendente, e dato che il consumatore deve essere tutelato e correttamente informato, Unionbirrai (associazione che tutela e promuove il mondo brassicolo artigianale italiano) ha lanciato il marchio “Artigianale Indipendente una Garanzia UNIONBIRRAI”, un logo che apparirà sulla comunicazione dei veri birrifici artigianali indipendenti.

Nel 2008 nasce il birrificio Foglie d’Erba. Prima in un piccolo laboratorio, poi crescendo si è spostato in uno più grande per rispondere all’aumento della produzione.
Attualmente il birrificio si trova in via Nazionale 14 a Forni di Sopra, in un’ex falegnameria, ristrutturata in modo preciso e sapiente per la nuova utilizzazione.


Da sempre attenti al rispetto dell’ambiente, l’acqua calda è ottenuta mediante una caldaia che utilizza segatura delle vicine falegnamerie, abbattendo drasticamente l’utilizzo del gas.
Il nostro laboratorio si compone di una sala cottura avente un tino di ammostamento e un tino di filtrazione tipo “Spadoni micro birreria MBS 2000”, dalla capacità di circa 27,0 hl. Successivamente la birra prodotta viene inviata ad uno dei dieci serbatoi refrigerati per la fermentazione, uno dalla capacità di 5.000 litri, tre dalla capacità di 2.700 litri, tre dalla capacità di 2.500 litri, due dalla capacità di 2.000 litri ed uno dalla capacità di 1.000 litri.
Per l’imbottigliamento ci serviamo di un’imbottigliatrice professionale mod. GAI MLE 661 HP ed utilizziamo due tipologie di bottiglie, da 33 cl. e da 75 cl.

Il nostro mastro birraio è Gino Perissutti, fornese di nascita, classe 1972.
“Da sempre amante della sperimentazione assennata, Gino rivisita stili tradizionali con personalità ed eleganza.” Con queste motivazioni, nel 2011, è stato eletto, da circa 50 esperti del settore, “Birraio dell’anno”, massimo riconoscimento a livello nazionale.

Un birraio amante del proprio territorio, Forni di Sopra, immerso tra le Dolomiti Friulane, nel 2009 nominate “Patrimonio Mondiale dell’ Umanità U.N.E.S.C.O.”. Ognuna delle sue birre racconta qualcosa di lui, dei suoi luoghi, delle sue passioni, del suo modo di vivere, di essere, di pensare. Ogni birra è per lui come un personale pensiero filosofico.

“La mia birra ideale – dice Gino – è leggera, da bere facilmente, quasi senza pensarci. E, all’improvviso, quel taglio prepotente, una sorta di personalità, un carattere che non può rendere normale od indifferente. Se una birra semplice e buona si fa ricordare e nello stesso squarcio di pochi attimi spensierati mi strappa un sorriso e mi fa sembrare il resto del mondo migliore. So che quest’oggi ho ricevuto un piccolo momento speciale in regalo e ringrazio in silenzio i contadini che hanno seminato l’orzo e raccolto un luppolo così profumato.”

Gräfenberg, Alta Franconia, un comune, 4mila anime, un birrificio che è anche distilleria in divenire; nel registro delle imprese figura come Thuisbrunner Elch-Bräu, meglio conosciuta come semplicemente Elch. Una realtà tipicamente territoriale (locanda con impianto annesso) che brassa al momento 1.500 ettolitri l’anno, distribuiti entro una gamma non ampia di tipologie, tra le quali non manca una Pils, qualificata come “naturbelassen” ovvero naturale.

Stiamo parlando di una Keller Pils, peraltro brassata secondo un protocollo non totalmente da atto di fede teutonico, visto che ammette una luppolatura non solo estesa al dry-hopping, ma anche articolata su tre varietà, di cui due ortodosse (Tettnanger e Spalt Select), una, invece, decisamente meno (l’americano Cascade). Al di là del pedigree, la bevuta è piacevole e ben costruita. Colore paglierino velato, schiuma palpabile e di discreta tenuta, profumi decisamente campestri: erbaceo, sambuco, nepitella e un’idea di scorza d’arancia, prima di diffondersi in estese florealità. Il palato, poi, è quel che ci si aspetta: veloce e da sorsata capiente, proteso verso un finale longilineo e gradevolmente dry. Il tutto a non più di 4,9 gestibilissimi gradi alcolici.